di mimmo —
I risultati del ballottaggio hanno espresso con chiarezza che gli elettori non ne possono più di una classe politica demagogica e chiacchierona. Al primo turno l’affluenza si era attestata sul 59,9% per poi calare ulteriormente al 50,5 nella seconda tornata. È un dato preoccupante, ma che fa solo da sfondo a quanto emerso dalle scelte che gli elettori hanno fatto nelle grandi città. Ormai è chiaro che la gente non ne può più di chiacchiere e promesse. Dopo il ventennio berlusconiano, un altro demagogo è troppo. Renzi, spalleggiato da Padoan, ha voglia di dire che le cose in Italia vanno meglio, ma se non si trova lavoro e non si riesce a soddisfare le esigenze più spicciole, nessuno gli crede e punirlo per la sua arroganza è il minimo che ci si possa aspettare.
Ma non stupisce la vittoria di sindaci populisti quanto le dimensioni della sconfitta del Pd. Che a Roma Virginia Raggi diventasse sindaco era chiaro da tempo, ma non che surclassasse Giachetti con un 67,2% di voti. A Milano, il candidato Sala era favorito, ma vincere con un esiguo margine su Parisi è una mezza vittoria. A Napoli, De Magistris viene riconfermato con l’esclusione al primo turno della candidata del Pd Valente. Ma la sconfitta più cocente è a Torino, dove i torinesi, prudenti per temperamento, hanno scelto l’outsider Appendino voltando le spalle a Fassino, che pur aveva governato con sufficienza.
In questo scenario il minimo che farebbe una persona seria è dare le dimissioni da Segretario del Pd. Ma Renzi è… renzi. E ‘renzi’ è maiuscolo solo nella protervia.
Io le dimissioni da Segretario PD le darei per altro motivo, Mimmo, non certo per la “perdita” elettorale ma per il fatto che l’emergenza ( la percezione nei confronti del nostro paese è ben cambiata) in un certo senso è superata e la carica nel partito e quella nell’esecutivo non si addicono, questo si ! La destra, allora, cosa dovrebbe fare ?