Note per un futuro politico

di mimmo

scheda-elettorale-europeeAnche se l’afflusso elettorale all’ultimo referendum è stato più che soddisfacente, è noto che, in genere, circa la metà dell’elettorato italiano non trova ragioni sufficienti per andare a votare. Dell’altra metà si può dire che essa si distribuisce più o meno equamente in formazioni di Destra, Sinistra e di protesta. In quest’ultimo caso si tratta del Movimento 5Stelle, che non sembra molto a suo agio quando da partito di reazione deve vestire i panni di partito di governo. Eppure i grillini avevano dato un vero scossone al panorama politico italiano e portato una nota di freschezza giovanile nelle Istituzioni, ma poi non sembrano proprio in grado di andare oltre il “vaffanculo”. Non è un mistero infatti che il mantenimento del consenso elettorale è tutt’altro che attribuibile ai loro meriti, bensì ai demeriti della restante classe politica. Senza contare che il fatto di aver consegnato a Grillo cuore e cervello, ne fa di loro i tristi attori di un moderno teatrino di Mangiafuoco. Quindi, inaffidabili. E il salto e controsalto mortale sulla questione della collocazione europea è solo l’ultimo anello di una catena di qualunquismo opportunistico che evidenzia ancora una volta quanta poca progettualità e approdo programmatico ci sia in quel partito, impropriamente autodefinito Movimento.

Che dire poi della Destra italiana, già rappresentata da Berlusconi? Essa non ha nulla di una cultura politica conservatrice degna di questo nome, cioè, tanto per capirci, di quella francese espressa da De Gaulle in passato e in seguito da Chirac. Silvio Berlusconi si è solo servito dell’elettorato di Destra per poter mettere in sicurezza le sue aziende e allontanare i personali guai con la giustizia. E anche per fare il suo comodo in privato sfruttando il ruolo pubblico. Poi c’è la Destra di Meloni, nostalgica e incazzata, senza idee e tutta protesa a galleggiare. Infine, la Lega di Salvini, reazionaria, becera e inconcludente, che fa della paura la sua cifra elettorale. Una specie di riserva aborigena che tenta a più riprese di sfondare anche a Roma e nel Mezzogiorno, ma che trova in De Magistris e in altre piccole formazioni neo-borboniche e localistiche concorrenti più persuasivi.

sinistraMa veniamo all’area di Sinistra, quella rappresentata da alcuni asteroidi nuovi e vecchi dallo scarso appeal. Civati, Fassina e Cofferati, dopo aver lasciato il Pd, non mostrano di avere idee chiare su cosa fare e dove andare. Inascoltati, rivolgono le loro attenzioni ai nostalgici della falce e martello, agli scontenti delle scelte di Renzi e all’astensionismo in genere. Paventano un sogno comunista non ben definito, difficilmente realizzabile e viziato da un vago sospetto vendicativo.
Poi c’è Vendola e il suo evanescente partito, che ancora non si capisce cosa vuol fare da grande. Un partito pressoché immobile, che limita la sua azione politica in esercizi dialettici privi di qualsiasi conseguenza. Un partito che non si nega a nessuno, tanto da essere presente in quasi tutte le realtà locali, dove amministra con chiunque lo chiami.
Dall’unione verbale di alcuni di questi soggetti è nata Sinistra Italiana che in febbraio terrà il congresso fondativo. Ma nulla si sa del suo approdo, salvo voler rappresentare una non ben definita area di Sinistra. Veterocomunista o moderna? Da quello che si percepisce sembra che i proponenti non disdegnino di riaffermare quei principi declinati da Gramsci prima e da Berlinguer poi, i quali, per quanto nobili, non si possono attestare oggi con gli stessi criteri di un tempo. Il mondo è cambiato. La società ha subito significative trasformazioni. Sono mutati i rapporti di forza sociali. Bisogna tener conto che ciò che accade in un posto del pianeta ha ripercussioni in quasi tutto i restanti luoghi. Per l’Italia e l’Europa, avere Trump come presidente degli Stati Uniti non è la stessa cosa che avere la Clinton, sia pure con tutte le perplessità che portava con sé. Le religioni influenzano i propri credenti, ma incidono anche su atei e agnostici, e pure su chi professa una fede diversa. L’economia e la finanza creano nuovi poveri e nuovi ricchi. Il cosiddetto “padrone” veste i panni dell’alta finanza e non è identificabile in una persona fisica. La classe medio-borghese non si capisce più bene cosa sia. I giovani viaggiano e assimilano modi di vivere e culture diverse. La comunità in cui viviamo è multietnica. La sicurezza dei luoghi che frequentiamo è sempre più precaria. Il piccolo imprenditore è vessato da tasse che mettono in discussione la sua attività e i posti di lavoro dei dipendenti. La delocalizzazione è diventata un modo per speculare, ma anche per difendersi dall’esosità delle imposte. Sono nati nuovi lavori e nuovi bisogni, e se proprio si vuole sventolare una bandiera rossa, bisognerebbe stemmarla con un computer e un telefono in luogo della falce e il martello.
Terranno presente tutto questo i fondatori del nuovo soggetto politico? Alfredo D’Attorre, uno dei protagonisti di questo progetto, ha spiegato che l’esito di questo congresso non è ancora scritto. Vedremo.

mrenzi_referendum1r439_thumb400x275Di sicuro c’è che al momento attuale l’unica formazione politica in grado di poter rappresentare interessi sociali progressisti è il Partito democratico… ma non questo Pd. Esso oggi ha un “padrone” che ne ha snaturato, quando non negati, i valori fondanti e ne ha fatto uno strumento di carrierismo personale. Sì, d’accordo, Matteo Renzi ha vinto le primarie ed è stato eletto Segretario dal congresso. Per carità, niente da eccepire. Ma una volta eletto e dopo aver portato al Nazzareno una schiera di yes-man e disciplinate vallette, ne ha stravolto i principi e perseguito obiettivi discutibili, annullando l’idea di centrosinistra che lo caratterizzava. Per altro, affannandosi a cercare anche i voti della Destra e abbandonandosi a forme di populismo improprie per un partito progressista nato dall’unione di nobili tradizioni. E per consolidare la sua posizione di dominus, non ha mai perso occasione per mortificare e annullare la minoranza interna. Eppure, un Segretario che si rispetti lavora innanzitutto per tenere unito il partito non per spingere i dissidenti ad andar via. E quando gli elettori gli fanno presente che i coperchi non corrispondono alle sue pentole si sforza di analizzarne i motivi senza scappatoie. E lo fa a partire dall’ascolto di chi non era d’accordo con lui.

Ora il rampante Matteo, dopo essersi leccato le ferite, si ripresenta sulla scena politica. Ma vi ritorna azzoppato, perché pur essendo il Segretario di un importante partito, quel ruolo gli sta stretto. Anzi, oserei dire che per lui è un fastidio. È stato sempre chiaro, infatti, che per Renzi il Nazzareno altro non è che il lasciapassare per palazzo Chigi. La domanda da porsi, quindi, è quale sarà ora la sua strategia? che ne sarà della sua politica liberista, gli attacchi al sindacato, la derisione dei dissidenti, il bullismo bambinesco? continuerà a “flirtare” con Marchionne e la Confindustria o terrà in maggiore considerazione il Sindacato? con Denis Verdini che rapporti intende avere? e con Berlusconi? abbandonerà la strategia populista e la smetterà di contrapporsi a muso duro ai vertici europei? e i circoli sul territorio quanto conteranno? La finirà di propinarci insulse battute e banali slogan con tanto di hastag? Ma soprattutto, lavorerà per la squadra o per recuperare il personale prestigio incrinato?

Ecco, l’Italia al momento aspetta le sue mosse, le mosse di un bullo che cercherà di contrapporsi a un comico che intanto pretende di far pagare penali di centinaia di migliaia di euro ai suoi dissidenti.

Poi, mentre l’ennesima agenzia di rating ci retrocede in “serie B”, noi dovremo decidere per chi votare alle prossime elezioni politiche.

2 pensieri su “Note per un futuro politico

  1. Secondo te questo sarebbe un bell’articolo da condividere e riproporre?
    Ma fammi il piacere.
    Parli male di due persone, pur di segno opposto, che avrebbero potuto cambiare qualcosa in Italia e sono stati bocciati da tutti i bla bla bla italiani nel segno di:
    Vuoi stare bene? Lamentati.
    Ti faccio cortesemente notare che il Berlusconi politico in oltre trentanni di onesto lavoro (mai lavorato per la pubblica amministrazione) non era conosciuto nei meandri della Giustizia e non aveva minimamente bisogno della sporca politica per salvare le sue aziende e sino a prova contraria, ad oggi, è il primo contribuente italiano, e se mettiamo ipotesi, per assurdo, che domani decida di chiudere tutto credo che manderebbe l’Italia al fallimento totale.
    Renzi, ecco bravo, parla male anche di lui, voleva introdurre nella Costituzione italiana un certo “REFERENDUM PROPOSITIVO”…
    Vai a chiedere al 61% dei blablaisti che hanno voto NO cosa significa, credo che neanche tu lo sai.
    Continuate a chiamare Berlusconi “NANO” e Renzi “Bullo” state bene e continuerete a stare bene.
    Buona fortuna.

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