Il maniaco dei diritti

di mimmo

Stefano Rodotà era un uomo che aveva alto e profondo il senso della democrazia e delle Istituzioni. Ha speso la vita in difesa dei diritti, che diceva: «sono la mia mania». Giunse a scrivere un saggio dal titolo “Il diritto di avere diritti”, che forse è il compendio della sua vita pubblica. Il suo impegno per l’affermazione e la ridefinizione del sistema dei diritti in un mondo in continua evoluzione non ha mai registrato pause. La sua opposizione a quelle che considerava derive delle tutele giuridiche scritte nella nostra Carta Costituzionale è stata una costante della sua esistenza, nell’insegnamento e nella politica. Due elementi che non ha mai smesso di intrecciare tra loro.

È stato un maestro di libertà. Ma soprattutto, con il suo eloquio garbato, mai sopra le righe, ha sempre manifestato il massimo rispetto per l’interlocutore, anche quando quest’ultimo per lui non ne aveva.
Pur essendosi molto impegnato in politica è rimasto sempre distante dai giochi di partito, persino quando fu indicato come possibile Capo dello Stato. Che rammarico! che grande Presidente della Repubblica avremmo avuto!
Fu tirato in ballo non so quanto strumentalmente dal M5Stelle e poi mollato alla prima occasione, allorquando manifestò qualche critica nei confronti del modo di fare di quel partito. «Un ottuagenario miracolato della rete», disse di lui Grillo con la volgarità che lo caratterizza.

Negli ultimi tempi si era un po’ defilato dalla scena pubblica, non rinunciando mai a difendere con tenacia l’importanza dei diritti del cittadino. «Se guardo indietro vedo che ho fatto sempre quello che mi sentivo capace di fare. E alla mia età mi fa sinceramente piacere che qualcuno si ricordi di me».

Sì, professore, molti di noi si ricorderanno sempre della sua bella persona, del valore delle sue idee, della sua passione civile e dell’entusiasmo giovanile che ci metteva nel difendere i diritti sanciti dalla Costituzione, che lei ha cercato di preservare fino all’ultimo.

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